Tag
Qualche giorno fa un mio contatto Facebook ha condiviso un video in cui Red Ronnie, dall’alto della sua inutilità, affrontava l’argomento della partecipazione di Junior Cally al Festival di Sanremo. Il primo impulso è stato di autoconservazione: farsi del bene evitando di guardarlo. Poi però, su sollecito di quella persona, ho deciso di dare una chance al buon Ansaloni. Questo è il video.
Già un video diffuso da una pagina che si chiama “Italiani uniti contro l’UE” non mi mette in quella che definirei una disposizione d’animo positiva. Nel video Red Ronnie parte con un bel “porcaputtana”, che è sicuramente un buon inizio quando si parla di rispetto delle donne, solo il primo di una lunga serie di francesismi (e poi ci si chiede come mai i giovani usano un linguaggio violento? Vabbe’!), per poi procedere alla disanima dei testi delle canzoni del “rapper” Skioffi (ma non si stava parlando di Junior Cally?). Finalmente poi si passa ai testi del cantante incriminato. Come può poi mancare lo struggimento per i bambini? Ciliegina sulla torta è l’intervento della “insegnante di propedeutica musicale”. Il resto è per lo più uno sproloquio abbastanza autoreferenziale.
E quindi?
Voglio chiarirlo subito: questo genere di cantante mi fa abbastanza orrore: adoro la musica, dalla classica al rock, dalla disco alla world-music. Ho ascoltato parecchio rap ed hip-hop, che per me erano gruppi come i RUN-DMC, i Cypress Hill ed i Public Enemy. Il rap attuale però (quello che viene definito “la Trap”), sarà che ormai sto invecchiando, non riesco proprio a considerarlo come un’evoluzione del rap che ascoltavo da ragazzo, né tanto meno a considerarlo musica: lo trovo inconsistente sia a livello melodico che per qualità delle parole. I testi soprattutto sono in molte canzoni di questo genere decisamente discutibili, e credo dovrebbero essere vietati ad un pubblico al di sotto una certa età.
Il problema è però che il cosa sia musica o meno non lo decido io, né Red Ronnie, e soprattutto né io né lui possiamo decidere cosa debbano ascoltare gli altri. Sia Red Ronnie che gli altri animatori di questa polemica non hanno capito una cosa fondamentale: i ragazzini non ascolteranno questa musica perché Junior Cally andrà a Sanremo ma, al contrario, Junior Cally andrà a Sanremo proprio perché ormai questa è la musica che ascoltano gli adolescenti, e fa audience! Vogliamo ricordare quale è stato l’album più venduto del 2018?
Quindi conviene continuare a far finta di nulla, ad ignorare l’esistenza di questo genere di musica, oppure è più sensato prenderne atto? E qui sta un altro problema fondamentale: se un ragazzo, un bambino, ha libero accesso ad internet, la musica di per se è il problema minore. Alzi la mano chi da ragazzino, maschietti in primis, non ha mai cercato di procurarsi qualcosa di proibito, fosse un giornaletto porno o un pacchetto di sigarette? La differenza è che trent’anni fa era quasi impossibile, se non sfruttando qualche fratello o amico più grande, ottenere l’oggetto del desiderio, e si aveva chiara la sensazione di fare qualcosa contro le regole. Oggi invece buona parte di tutto ciò è a portata di un click, comodamente dal proprio telefonino, senza neanche doversi affaticare troppo per tenerlo nascosto a mamma e papà. E qui do ragione a Red Ronnie e soprattutto alla “insegnante di propedeutica musicale” quando dicono che il problema sono i genitori. Io non lascerei ascoltare nemmeno certe canzoni di De André ad un ragazzino di nove o dieci anni senza un adeguato accompagnamento. Non voglio arrivare a citare personaggi come Marilyn Manson, ma mi viene in mente la bellissima “Where The Wild Roses Grow” di Nick Cave & The Bad Seeds (con la partecipazione di Kylie Minogue): arte o istigazione al femminicidio? La musica, la letteratura e l’arte in generale non sono entità astratte; la loro percezione varia a seconda del contesto e delle capacità di comprensione di chi le fruisce, e sotto una certa età è normale non avere gli strumenti analitici necessari per una corretta comprensione. Proprio per questo il ruolo dei genitori è fondamentale. Oggi invece troppo spesso bambini e ragazzi sono lasciati soli di fronte a contenuti a cui non dovrebbero avere libero accesso (che sia la trap o Youporn!)
Ciò che voglio dire è che canzoni con testi non adatti ad un publico al di sotto di una certa età (ricordate il bollino “parental advisory” che compariva sui CD?) sono sempre esistite. Ciò che realmente è cambiato è la possibilità di accesso ad esse. Ma questo non è colpa né di Sanremo, né di Amadeus. Sono piuttosto i genitori che dovrebbero prestare attenzione a cosa guardano e ascoltano i loro figli.
Ma come è possibile che questo genere di musica, con il suo linguaggio, sia ormai diventato preponderante negli ascolti di molti ragazzi? E’ da anni che a reti unificate veniamo bombardati da un linguaggio rivoltante, da comportamenti al limite dell’aberrante, e ora ci stupiamo se questo linguaggio e questi comportamenti sono stati appresi ed imitati dai ragazzi? Si parla di svilimento della donna, cosa gravissima, ma è una cosa a cui ci hanno abituato persino rappresentanti e/o aspiranti tali alle più alte cariche dello stato, salvo poi ergersi a protettori della moralità e della famiglia “tradizionale”. Vogliamo dimenticarci delle Olgettine di berlusconiana memoria? E che dire delle varie performance di Salvini al Papeete, con tanto di selfie davanti alle cubiste?
Tornando alla musica, mi pare in ogni caso molto discutibile giudicare la partecipazione di un cantante solo in base a una vecchia canzone. Non che questo non debba contare nulla, ma come ci ricorda Vanity Fair, molti cantanti e gruppi hanno nel loro repertorio qualche canzone su cui si potrebbero esprimere delle perplessità, e fino ad ora mi è sempre parso che si censurassero le canzoni e non le persone, ovvero i cantanti. Chi ha scelto di far partecipare Junior Cally a Sanremo immagino abbia valutato principalmente la canzone che esibirà al festival, che potrebbe essere bellissima e anche vincere, per quel che ne sappiamo!
Ammettiamo poi che Junior Cally sia quel bastardo brutto e cattivo che ci viene detto essere, e che le sue canzoni siano piene di incitamenti allo stupro, alla droga e chi più ne ha più ne metta (ne ho ascoltate un paio ed in effetti erano abbastanza discutibili. Poi hanno cominciato a sanguinarmi le orecchie ed ho smesso!). Dando per scontato che un adulto sappia valutare e giudicare in proprio, mettiamoci nei panni di un padre o una madre preoccupati per il proprio figlioletto. Si presentano tre alternative:
– il pargolo già ascoltava Junior Cally all’insaputa dei genitori. Quindi tutto sommato il fatto che questa cosa sia venuta fuori è un bene, almeno potranno prendere le dovute precauzioni;
– il pargolo già ascoltava Junior Cally e i genitori ne erano a conoscenza, quindi non cambia nulla.
– il pargolo non ascoltava Junior Cally. In questo caso, con tutta la caciara che c’è stata ed a meno che non sia un recluso senza accesso a smartphone e PC, ora al 90% il pargolo lo sta ascoltando, senza bisogno che arrivi Sanremo.
Quindi alla fine il risultato migliore di tutta questa baraonda è stato quello di far pubblicità a Sanremo e di far conoscere il buon Junior Cally a tutti quelli, me compreso, che non ne avevano mai sentito parlare: complimentoni!
Ma più di tutto, ciò che più mi terrorizza è questo: la concezione ineluttabile del Festival di Sanremo, neanche fosse una condanna alla pena capitale. Altro che coronavirus, riscaldamento globale o altre sciocchezze simili: a sentire questa gente se c’è una cosa a cui non si può sfuggire, peggio della morte, è il Festival di Sanremo! Nessuno si salverà, tutti saranno inchiodati allo schermo ad espiare i propri peccati guardando il Festivàl!!!
Dando per scontata l’incapacità dell’italiano medio di spegnere il televisore, ma almeno:
A NESSUNO E’ VENUTO IN MENTE CHE SI PUO’ ANCHE CAMBIARE CANALE???